Sulla vicenda della cameriera in costume tirolese in un ristorante tipico a Cortina d’Ampezzo, nata in Guinea Bissau e perciò (secondo un esponente politico di destra) non conforme al “modello Heidi”.
”(…) Qualche anno fa la scogliera (di Barcola, presso Trieste, ndr) era salita alla ribalta delle cronache grazie a un annegato, il cui corpo riportato a riva e coperto da un lenzuolo era rimasto a lungo in mezzo ai bagnanti che avevano continuato a prendere il sole accanto a lui, in quella familiare indifferenza della vita per la morte che la grande e rovente luce dell’estate rende ancora più spietata. Pochi gli schiamazzi, rari i disturbi alla quiete pubblica.
Giorni fa, una madre ha redarguito il figlio, un bambino di quattro o cinque anni che giocava con un’incantevole coetanea — nera come l’ebano, evidentemente adottata dai genitori, due tedeschi che si erano sistemati un po’ più lontano — sparando con una pistola ad acqua e scavalcando di corsa i corpi distesi al sole, per lui non ancora desiderabili o conturbanti. Sgridato, il bambino protestava, dicendo che allora bisognava rimproverare pure la bambina. «Quale bambina?», chiese la madre, che non la vedeva perché si era nascosta dietro un albero. «Quella che parla che non si capisce niente», rispose lui, evidentemente colpito dal fatto che la piccola chiamasse le cose in modo per lui incomprensibile, un po’ arrabbiato di scoprire che esse potessero avere altri nomi.
Non gli era passato per la mente di identificarla con il colore della sua pelle, che pure spiccava nettamente anche accanto all’abbronzatura dei bagnanti; quella differenza di colore, che in altre situazioni aveva provocato e potrebbe ancora provocare separazione e segregazione feroce, era irrilevante rispetto alla differenza tra l’italiano e il tedesco. Neppure quest’ultima, peraltro, aveva il potere di separarli, perché, appena riapparsa la bambina nel frattempo debitamente ammonita (in tedesco) dai suoi genitori, i due avevano ripreso subito a rincorrersi e a spruzzarsi, ignari di aver tenuto una bella lezione sulla diversità e sull’identità, temi del resto cari anche ai convegni cultural-balneari così frequenti sulle spiagge estive, almeno quelle un po’ più eleganti della scogliera di Barcola.”
Claudio Magris, Corriere della Sera, 10 agosto 2009